La musica dei senzalingua

Concerto spirituale su testi di Cristina Campo

prima esecuzione: 28-11-2002
organico: Voce recitante, soprano, violino, violoncello, arpa, percussioni
edizione: Sonzogno
durata: 28 min
luogo: Roma
esecutori: S. Bergamasco, P. Polia, Freon Ensemble - direttore S. Cardi
presso: Festival Nuova Consonanza
 

Scriveva W. B. Yeats, memore di una Bisanzio ebbra di liturgia: <<Se non nel costume e nel cerimoniale / come nascono innocenza e bellezza?>>
Forse si può immaginare Cristina Campo mettere al centro della sua pratica poetica (e di vita) questo fondamentale quesito e costituirlo come ideale “centro perfetto” della poesia.

Tutto il suo esiguo ma cesellatissimo lavoro poetico ed intellettuale ci appare come uno scrupoloso, ardente e inesausto inno alla bellezza. Una bellezza che yeatsianamente trova proprio nel rito, nella liturgia il momento supremo di radiazione ed emanazione. In tal modo la ritualità – che la Campo sente potente nelle forme di un cattolicesimo ormai arcaico – è l’epifania non solo del divino, ma anche della forma più pura e quintessenziata della Bellezza.

Cristina Campo non è una “reazionaria” ma una straordinaria figura di “inattuale” nella più pura accezione nietzsheana del termine, in cui il disprezzo per il mondo è sopraffatto dall’eroico tentativo di innalzarlo e forse salvarlo sempre attraverso le armoniose forme del BELLO, che la poetessa sente dolorosamente declinanti. E così in questa implacabile sfida contro la corruzione del tempo che tutto inquina, tutto distrugge, offre pietosamente voce a chi non ha voce, o a chi voce non la possiede più (i suoi morti, i cari ricordi, le cose sfregiate e consunte dal tempo,  quei personaggi del mondo delle fiabe che abitano il nostro immaginario…)

E come Belinda nella celebre fiaba riesce a sconfiggere ed amare la bellezza del Mostro (una bellezza tutta interiore) così la Campo ci invita a scorgere – grazie alla cura e alla attenzione estrema – la bellezza dell’anima che sempre cerca la purezza dello Spirito, spesso oscurato dalla vita materiale.
Proprio la ricerca di una bellezza priva di edonismo, scabra e potente è ciò che muove la mia musica: questa, mi sembra, è l’intuizione fondamentale della Campo ed è questa intuizione che tento di traslare in musica.