Buio pesto

Quattro notturni senza luna per quattro percussionisti

prima esecuzione: 25-10-2017
organico: Percussioni
edizione: Sonzogno
durata: 16 min
luogo: Roma
esecutori: Ars Ludi Ensemble
presso: Festival Nuova Consonanza
 

Immaginare la forma musicale del “notturno” – ispiratrice di moltitudini di artisti romantici (ma anche “neo” e “post”) – mancante dell’astro lunare significa sottrarre al sentimento stesso della notte tutto (o quasi) il suo arcano romanticismo.
La notte diventa un luogo scuro, poco adatto a sentimenti sublimi e stracarichi di poesia, incline, piuttosto, se non altro per farsi coraggio contro l’oppressione del buio, al gioco e all’ironia.
Il quartetto di percussioni, con la sua intensità ritmica, i suoi timbri strani e molteplici, i suoni che si fanno rumori e viceversa è lo strumento ideale per raccontare tutta l’ironia (un’ironia più surreale che grottesca, in cui precisione confina con follia) di un luogo affollato ma senza luce.

I titoli dei quattro notturni evocano quanto suggerito:
1) AREOPLANI MODALI è l’anagramma (prestatomi dal grande enigmista Stefano Bartezzaghi) del nome di mia moglie (Marilena Di Paolo);
2) NIENTE TE’ PER GL’USIGNOLI si riferisce alla famosa metafora di MajaKovskij in cui “il chiaro di luna” viene trasfigurato in “tè per gli usignoli”; nel nostro caso, niente chiaro di luna…niente tè. Nell’ulteriore trasposizione di questa metafora (negata) in musica, ironicamente, i quattro percussionisti usano solo strumenti “tintinnanti” producendo sonorità quasi luminescenti.
3) STUDIO DI XILOLOGIA APPLICATA, lo studio del legno è applicato attraverso l’uso di strumenti fatti dal medesimo materiale…Il concetto di studio è espresso dalla scelta degli impulsi ritmici di tutte le figure del brano che seguono la famosa scala di Fibonacci in maniera crescente e decrescente.
4) VUOTO DI LUNA, è un altro modo per definire la luna nuova… non c’è luna ma tutte le figure musicali del primo movimento dilatate e trasformate.