Lacuna

Melologo lirico per voce recitante, soprano, fisarmonica e pianoforte su testo di Nicola Gardini

prima esecuzione: 04-10-2019
organico: voce recitante, soprano, fisarmonica, pianoforte
edizione: Autore
durata: 38 min
luogo: Firenze
esecutori: C. Fava, A. Caiello, F. Gesualdi, M. Fossi
presso: GAMO international festival - Certosa di Firenze
 

Un uomo si rivolge alla donna con la quale ha vissuto fino a oggi e le dice che la lascia. Qualcosa è successo e lui deve andarsene. Il suo monologo è il contrario di una rivelazione: non fornisce affatto le ragioni dell’abbandono. Eppure, omettendo e sottintendendo, il discorso dell’uomo si propone come l’unica possibile forma di confidenza, un inveramento e consegna del suo essere. Le lacune, lungi dal rappresentare ostili o punitive sottrazioni, sono parte del segreto che lo separa dalla donna. La donna le dovrà, pertanto, comprendere da sola e l’uomo è certo che lei le comprenderà e allora, finalmente, avrà tutto chiaro e potrà accettare serenamente il fato della separazione e la verità di lui.

L’uomo dà, dunque, fiducia alla donna; le affida, in un certo senso, tutto sé stesso, e la consola con riflessioni continue sulla necessità del non dire. In conclusione, di non dire tutta la vita è sostanziata. Il loro amore, finendo, ritorna alla vita; finendo, compie con il massimo della pienezza la sua natura di forma vivente.

Il monologo passa attraverso vari registri e vari colori, in una continua metamorfosi di immagini e motivi, in versi liberi, riecheggiando le voci di autori antichi e moderni, dei quali si tratta in Lacuna. È meditazione, barlume di memoria, intuizione, visione nitida, riflessione intellettuale. È malinconico, nostalgico, assertivo, profetico, lirico. Il lirismo più intenso si esprime nelle cinque canzoni, che sono brevi componimenti in metri tradizionali, rimati.

La musica segue le emozioni della scrittura nella forma del melologo, una colonna sonora che intensifica le risonanze poetiche del testo e nelle cinque canzoni ha una sua maggiore autonomia formale. Proprio nelle canzoni si costruisce un filo di ricordo da “cabaret sospeso”, cui porta l’uso stesso della fisarmonica secondo il suo destino.

Il soprano, oltre a cantare le canzoni, funge quasi da interlocutore, o addirittura da fantasma della donna, sempre sottolineando l’esigenza di comprendere, cui è costantemente invitata dalla voce del poeta.

Il rapporto inusuale tra due strumenti armonici simili, fisarmonica e pianoforte – dal timbro opposto, dal linguaggio diverso, ma dalla lingua comune -, suggerisce un’idea di amore difficile, di una complicata dialettica, quale il confronto tra i due amanti.

Libretto di Nicola Gardini
(tratto dal saggio di Nicola Gardini Lacuna, Einaudi, 2014)